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Tommaso Martini

Turismo “responsabile” enogastronomico: gusto, scoperta e territorio Viaggi e Miraggi

Aggiornamento: 2 set 2021

di Valentina Nargino con il team ViaggieMiraggi


Presidio Maiale di Bazna. Foto di Ivo Danchev


La buona cucina tradizionale è una delle testimonianze più vive del rapporto tra un popolo, la sua terra e le sue usanze tramandate di generazione in generazione. Coltivare, allevare, produrre alimenti, cucinarli e servirli sono alcuni dei gesti più antichi, presenti in ogni tradizione e in ogni cultura.


Il Turismo Responsabile si sposa perfettamente con il turismo enogastronomico di qualità: viaggi caratterizzati dalla presenza di momenti dedicati alla degustazione e alla scoperta di produzioni locali, agriturismi, cibo e vino, laboratori di cucina davvero speciali. Accompagnare il viaggiatore alla scoperta dell'enogastronomia locale può contribuire direttamente a una forma di economia virtuosa, equa, sostenibile.


Il turismo enogastronomico con ViaggieMiraggi


La storia di ViaggieMiraggi è iniziata alla fine degli anni ’90, quando un piccolo gruppo di persone ha iniziato a interrogarsi sul senso del turismo di massa. Viaggiando e conoscendo progetti legati al commercio equo solidale è nata l’idea di far nascere un’impresa sociale che si occupasse di stravolgere i paradigmi del turismo e lavorare a contatto diretto con la società civile dei luoghi visitati, con persone ed associazioni direttamente coinvolte in progetti di sviluppo. Oggi ViaggieMiraggi è una rete di più di 100 soci tra soggetti fisici e giuridici, di fatto un consorzio che aggrega clienti, referenti, lavoratori, progetti, volontari.


La cooperativa e tour operator di Padova, con sedi anche a Milano e Napoli, si occupa quindi da più di 20 anni di turismo responsabile: un modo gentile di viaggiare, profondo e responsabile, attento alla cultura locale e alla sostenibilità, passo dopo passo, attraverso la sua grande rete di partner e soci in Italia e all’estero.


Le tipologie di viaggio proposte sono molte: viaggi a piedi, benessere e avventura, turismo accessibile, viaggi per famiglie e gite scolastiche, turismo esperienziale e… turismo enogastronomico!


Viaggi che accostano turismo responsabile ed esperienze enogastronomiche, avvolgendo il viaggiatore in un abbraccio fatto di scoperta, gusto, comprensione e empatia, per un’esperienza davvero unica.


In viaggio con Terra Madre Balcani


Terra Madre Balcani è la rete di tutte le comunità del cibo e dei progetti di Slow Food nella penisola balcanica. Dal 2009 Terra Madre Balcani si batte per la salvaguardia delle tradizioni gastronomiche della biodiversità agroalimentare in una delle regioni più affascinanti e meno conosciute d’Europa.


La fortezza di San Nicolo al largo di Sebenico. Foto di Paul Prescott


In soli quattro anni questa sfida è stata raccolta dagli oltre migliaia di volontari, 25 Presìdi Slow Food, 60 comunità del cibo, 15 programmi di educazione alimentare e 50 cuochi che compongono la rete di Terra Madre Balcani. Una rete unita soprattutto dalla volontà di dimostrare all’Europa e al mondo che quella dei Balcani non è una gastronomia di serie B: qui, dove la cucina ungherese, slava, turca e mediterranea si mescolano e s’incontrano da secoli, esistono tradizioni agro-alimentari uniche ancora sorprendentemente autentiche. Eppure queste eccellenze gastronomiche rischiano oggi di scomparire, e restano ormai custodite soltanto da piccole comunità rurali, spesso abbandonate a se stesse, indebolite da anni di emarginazione e da una costante emorragia di giovani e di risorse.


Per questo, da più di dieci anni ViaggieMiraggi collabora con la rete Terra Madre Balcani per far conoscere attraverso il viaggio questa straordinaria ricchezza gastronomica, sostenendo inoltre i piccoli produttori nell’ottica di uno sviluppo rurale sostenibile.


Diverse sono le proposte targate ViaggieMiraggi-Slow Food nel Sud-est Europa, sia per destinazione geografica che per tipologia. Partendo dall’Adriatico, si viaggia in barca a vela tra Istria e Dalmazia sulle orme della Repubblica di Venezia, per scoprire i lasciti non solo storico-culturali ma anche gastronomici lasciati dalla Serenissima sulla sponda orientale del “mare dell’intimità” come il crni rižot (risotto insaporito con seppie, spezie e vino bianco) o il dolce-garbo dalmata, che riporta alla mente il fegato alla veneziana.


Dalla Dalmazia si penetra in Bosnia Erzegovina con le sue influenze ottomane, dalle sarme alle baklave, che gustiamo assieme ai viaggiatori nei pressi di Goražde ospiti del “Presìdio Slow Food dello slatko di prugne požegaca”, una conserva sciroppata preparata utilizzando la varietà autoctona di prugne Požegaca., oggi a rischio estinzione a causa della crisi climatica.


Scendendo lungo le Alpi Dinariche si arriva sino all’Albania settentrionale, dove organizziamo un trekking transfrontaliero con il Kosovo denominato “Il sentiero del gusto”, parte di un più ampio progetto portato avanti in collaborazione con Convivia e Presìdia sia albanesi che kosovari e teso a contrastare lo spopolamento delle comunità montane di questa regione alpina. All’ombra delle Alpi albanesi, nella regione del Kelmend, scopriamo il Presìdio del “Mishavin”, formaggio appartenente alla grande famiglia dei formaggi nel sacco ancora oggi diffusi tra la penisola balcanica e l’Anatolia valorizzato da Slow Food assieme all’Ong italiana Vis.


Addentrandoci nel cuore dei Balcani, giungiamo in Serbia per navigare lungo il Danubio con un battello di fine ottocento utilizzato da Emir Kusturica per il suo film “Underground” avvicinandoci così alle influenze mitteleuropee della gastronomia balcanica, come il cavolo cappuccio di Futog (Convivium Slow Food) giunto assieme agli “Svevi del Danubio” quando nella seconda metà del Settecento, su ordine di Maria Teresa d’Austria, popolarono questi territori assieme a ungheresi, ruteni, cechi e slovacchi.


Dagli “Svevi del Danubio” ai “Sassoni di Transilvania”: in questa regione storica della Romania, punto di incontro della gastronomia ungherese, slava, turca, armena ed ebraica, giunsero nel dodicesimo secolo anche in cosiddetti “Sassoni”, in realtà contadini tedeschi provenienti dalle regioni del Medio e Basso Reno, alcuni anche dalle Fiandre, mandati a colonizzare queste terre dal re d’Ungheria Geza II. Proprio ai “Sassoni di Transilvania” sono legati i due presìdi Slow Food che visitiamo durante il viaggio organizzato da ViaggieMiraggi, nati grazie alla collaborazione tra Slow Food International e la fondazione Adept: il Presìdio delle “Confetture dei villaggi sassoni” e quello del “Maiale di Bazna”.


Tutti questi percorsi nascono dal lavoro sinergico sviluppato negli anni tra ViaggieMiraggi, Slow Food Internazionale e “Confluenze. Nel sud-est Europa con lentezza”, realtà che coinvolge diversi ricercatori, cooperanti, giornalisti e artisti tra Italia e Balcani impegnati nella valorizzazione di queste terre attraverso attività di divulgazione storico-culturale e promozione di percorsi di turismo responsabile: www.confluenzeasudest.org

Per informazioni sulla rete Terra Madre Balcani è possibile contattare Alessandra Villa, responsabile di Slow Food Internazionale per il sud-est Europa: a.villa@slowfood.it


La cucina nei viaggi dello zafferano



Foto di di Parisa Bajelan


ViaggieMiraggi fa parte inoltre della comunità Slow Food dei “produttori e co-produttori dello zafferano di Qa’en” e nell’organizzazione di viaggi in Iran e in Italia con tema “zafferano” collabora con l’azienda Shirin Persia, attenta ai principi del commercio equo e solidale. In Iran nell’ottobre 2019 è stato realizzato il primo viaggio dello zafferano e ha interessato anche il territorio del Khorasan del sud dove si trova Qa’en, zona di produzione del migliore zafferano iraniano. Durante questo viaggio non solo si è fatta visita e lavorato insieme ai contadini dello zafferano ma si è potuto godere della meravigliosa ospitalità locale. Il gruppo di italiani, infatti, è stato accolto in ogni tappa con colazioni, pranzi e cene tipiche organizzate dalle comunità locali utilizzando deliziosi prodotti locali dove è stato possibile degustare i migliori piatti tradizionali persiani.

In Italia è stato programmato un viaggio, non ancora realizzato, in Trentino in cui si abbinano i tour culturali e i trekking ad un laboratorio di cucina Persiana tenuto da Ala Azadkia con cena e degustazione finale dei piatti cucinati abbinati ai prodotti della comunità come la birra e il liquore allo zafferano.


Per informazioni su tutti i viaggi di turismo responsabile organizzati da ViaggieMiraggi www.viaggiemiraggi.org

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