Quando le risorse della montagna vengono gestite con sapienza:
la Frazione di Canazei “Frazion de Cianacei” reinveste sul territorio per la collettività
Rinaldo Debortol, Presidente Frazione di Canazei “Frazion de Cianacei”; Marta Villa, antropologa culturale
Canazei nei secoli passati era forse uno dei paesi più poveri del Trentino: in alcune annate parte della popolazione non riusciva quasi a superare l’inverno. C’erano pochi campi di patate, di orzo e segale e niente altro. La svolta è avvenuta poco dopo la fine della Prima Guerra Mondiale: gli uomini hanno iniziato a emigrare per qualche mese. Andavano a dipingere le stube nei diversi territori alpini, erano molto bravi e ricercati. In questo modo potevano guadagnare maggiore denaro per poter sostentare le proprie famiglie. Il turismo dei primi anni del secondo Dopoguerra ha infine modificato l’economia valligiana, migliorandola notevolmente.
La frazione, attraverso il comitato A.S.U.C., ha avuto in questo contesto un ruolo fondamentale: è cresciuta anch’essa grazie a questa nuova stagione, ma ha governato sempre in modo oculato i beni collettivi, salvaguardando le bellezze del territorio, che vengono invidiate dai turisti di tutto il mondo e nel contempo ha collaborato per lo sviluppo della comunità. Ha presidiato l’ambiente, cercando di non permettere speculazioni indiscriminate, ha valutato le iniziative, le ha corrette: non ha mai ceduto il terreno, infatti ancora oggi le stazioni delle funivie e seggiovie in quota non sono di proprietà delle società funiviarie, ma vengono date in concessione (30 anni) e viene esercitato il diritto di superficie.
In passato la comunità ha avuto una visione lungimirante e non ha mai svenduto il territorio accettando facili compromessi. Oltre al patrimonio silvopastorale la frazione esercita il diritto dei sorvoli, gestisce un campeggio, alcune cave di inerti, una segheria. Ha dovuto affrontare eventi meteorologici catastrofici: prima e dopo la tempesta VAIA del 2018 sui boschi di proprietà frazionale si sono abbattuti altri locali fenomeni atmosferici ventosi che hanno compromesso parte del patrimonio silvestre: ora c’è il bostrico che sta causando danni ingenti, il bosco oggi è così danneggiato da diventare difficile da penetrare e da vivere. Ogni 10 anni il comitato prepara un piano economico che programma il taglio del bosco confrontandosi con la Forestale: questa visione di lunga durata è essenziale per preservare il valore del patrimonio ambientale e per recuperare risorse da reinvestire sul territorio. La gestione tradizionale dell’ecosistema bosco permette una conservazione intelligente del territorio: purtroppo non sempre le due visioni, quella delle comunità o frazioni e quella derivata dalla scienza, coincidono.
L’idea per l’immediato futuro è organizzare delle serate per la popolazione con il fine di far conoscere questo altro modo di possedere, cosa siano i domini collettivi, il legame con la salvaguardia del paesaggio e ambiente come sancito dalla legge 168/2017. Nel comitato ci sono due giovani che si sono appassionati: abbiamo deciso anche di fare degli incontri formativi per invogliare le giovani generazioni a conoscere questa risorsa e a prendere le redini della gestione per permettere un ricambio.
Ora come nel passato la frazione ha investito a favore della collettività i proventi derivati dalla gestione dei beni collettivi: si sta progettando la ristrutturazione del bar e ristorante del campeggio nel centro del paese, c’è sempre stata ampia disponibilità nei confronti del Comune, che è erogatore di servizi, offrendo ad esempio le risorse per pavimentare strade, collaborando alla costruzione degli spogliatoi del campo da calcio (addirittura esterno alla frazione), sistemando marciapiedi e così rendendo vivo il territorio. Gli operai stagionali assunti dalla frazione non solo si adoperano negli spazi in proprietà collettiva, ma mantengono il decoro di tutto il paese: collettività e turisti possono beneficiare di uno spazio vitale grazie all’opera generosa della frazione.
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