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Marta Villa

Due giovani donne attive nella e per la comunità

Due giovani donne attive nella e per la comunità:

nel dominio collettivo di Rover Carbonare un laboratorio

intergenerazionale dove poter apprendere un altro modo di possedere


Marta Villa, antropologa culturale DSRS Università degli Studi di Trento


Selene Signorini (35 anni, nella foto in apertura) e Lara Simonazzi (31 anni, nella foto in basso) sono due giovani donne che già da anni sono impegnate nel proprio dominio collettivo come membri del comitato A.S.U.C. locale, quello di Rover Carbonare in Val di Fiemme, comune di Capriana. Sono state elette nel Comitato che si occupa di gestire i beni collettivi della frazione e partecipano attivamente alla vita della comunità.



Selene racconta di avere cercato le commons girando per il mondo e poi una volta tornata in Trentino ha trovato lo spirito e l’intelligenza di governare il proprio territorio proprio fuori dalla porta di casa. Ha un animo creativo e indipendente: nei suoi occhi mentre racconta delle esperienze in Sudamerica trapelano tutte le emozioni che in quei viaggi ha fatto proprie. Figlia di un distillatore, Carlo, ha come lui sapientemente saputo trovare l’essenza delle cose e ha trovato la sua strada aprendo un laboratorio del vetro nel piccolo borgo alpino. Prima ha vissuto due anni in Appennino in una comune agricola vicino a Parma, imparando ad apprezzare la fatica e il suo aspetto formativo. Selene ad un certo punto mi svela: «Mi sono fermata tanto a parlare con Robert, che conoscevo da sempre, ma con cui non avevo avuto il tempo di scambiarmi opinioni e mi ha spiegato cosa fosse un dominio collettivo. E io sono rimasta folgorata e dicevo guarda te io è una vita che cerco un posto così dove potermi impegnare per poter fare qualcosa anche di piccolo, ma voglio fare qualcosa per la mia comunità … ed è proprio per questa mia comunità che ho la possibilità di agire, la comunità, quella vera che poi mi mancava sempre, io parlavo sempre di Carbonare e tutti mi prendevano in giro perché era come se io raccontassi la Contea hobbit».

Si è messa in gioco e si è subito impegnata: aveva 27 anni e con Lara sono state le ragazze più giovani elette in un comitato A.S.U.C., una novità interessante in un mondo ancora di stampo maschile. Spiega ancora: «Quando io conosco una persona, dopo un po’, ci arrivo a parlarle di proprietà collettive, racconto quello che facciamo, porto gli amici che ci vengono a trovare a vedere la sede del nostro dominio collettivo, nel lariceto, al masso coppellato… perchè per me questo prendersi cura di questo pezzettino minuscolo è importante. Ho tante idee che vorrei fare e il nostro comitato A.S.U.C. è d’accordo: ad esempio vorrei scegliere una decina di piante nei nostri territori in proprietà collettiva e mettere per iscritto che quelle piante non si possono tagliare perché devono diventare le Piante Madri del nostro territorio».



Se Selene è artista e pacata, Lara invece è più pratica ed energica, una giovane imprenditrice che ha costruito il proprio laboratorio di produzione di cioccolato e di gelato, arte appresa dallo zio e dal padre, sempre a Carbonare. Ed è proprio lo zio presidente del comitato A.S.U.C. prima di Robert Brugger che ha insegnato alla nipote cosa significa essere parte della comunità e darsi da fare. «Sono entrata giovanissima, in effetti prima di Selene, avevo forse 20 anni… - racconta Lara - Anche mio papà Dario mi ha spinto a candidarmi, poteva farlo lui, ma ha preferito che facessi anche io questa esperienza e ha fatto un passo indietro. Di solito sono uomini, i capifamiglia in sti ani e invece mi ha fatto questa proposta… alla fine ho detto perché no…» Ha sempre sentito parlare della A.S.U.C. in casa: si è avvicinata piano piano, partecipando anche a riunioni legate alla cura dei boschi per capire, per essere sempre più informata. Continua Lara: «Far parte del comitato A.S.U.C. è una attività volontaria, quindi ognuno può dedicare una parte del proprio tempo, non è semplice oggi conciliare il lavoro, il mio ad esempio non ha orari fissi, con la possibilità di dedicarsi alla comunità, ma mi piace e quindi cerco di dare il giusto spazio». Sono proprio il papà e lo zio che le hanno fatto conoscere il territorio, i boschi, i beni collettivi della comunità. La fiducia è reciproca: interessante è infatti sottolineare che la comunità ha dato fiducia, eleggendole, a queste due giovani donne e loro hanno riposto la loro fiducia nella comunità. Lara e Selene sono la generazione che potrà costruire la relazione con il futuro: il loro impegno a comprendere questo altro modo di possedere e a portare anche la loro personalità e identità armonizzandola con quella degli altri membri è un valore che non può essere dato per scontato.


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